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LA STORIELLA "L'ape"

C’era una volta un’ape che non sapeva chi fosse e che cosa dovesse fare. Era un’ape adulta, mica una cucciolina e viveva su questa terra già da un bel po’. Come ogni altra ape volteggiava sui fiori succhiandone il nettare e così le giornate passavano mentre lei continuava a volteggiare e a seguire le farfalle, incantata dai loro magnifici colori o ad esplorare nuove cavità nel terreno, sempre incuriosita da qualsiasi cosa che le sembrasse un’interessante novità. Le altre api, soprattutto quelle della sua famiglia, erano più tranquille di lei, volteggiavano meno e le sembravano molto più appagate e contente di lei. Trascorrevano molto tempo insieme e si scambiavano pensieri, oppure collaboravano a qualcosa che sembrava molto interessante per tutte loro. Ma la nostra ape era un po’ ribelle e si sentiva parecchio estranea a quel gran da fare a cui si dedicavano le sue sorelle più grandi e la sua famiglia. Le sembrava strano che la sua vita potesse svolgersi tra il succhiare il nettare da un fiore all’altro in attesa del calar della sera e così giorno dopo giorno. Pensava di poter fare qualche altra cosa, qualcosa di più entusiasmante. Se ne stava per la maggior parte del tempo solitaria, con queste domande nella sua piccola testolina, fino a quando, un bel giorno non le scoppiò un sonoro mal di testa! Allora sentì il bisogno di rinfrescarsi un po’ le idee e si diresse verso un bel laghetto dove non si era ancora avvicinata per paura di morire annegandoci dentro. Ma adesso si sentiva disposta a correre il rischio, piuttosto che continuare a soffrire in quel modo. Con molta cautela si avvicinò allo specchio d’acqua, ben attenta a non perdere l’equilibrio sulle sue piccole ed esili zampette. In questo modo era tutta concentrata a misurare quanta distanza c’era tra il suo piccolo corpo e l’acqua di sotto e fu proprio grazie alla sua concentrazione che poté notare un piccolissimo esserino, che sembrava quasi non avere un corpo, muoversi molto delicatamente tra l’erbetta affiorante e la sponda del laghetto. L’esserino volle presentarsi a lei e le disse di essere un’ondina. Apparteneva all’invisibile popolo che vive negli specchi d’acqua e che può essere visto da chi vuole vedere anche con il Cuore, non solo con gli occhi. La nostra ape cominciò ad incuriosirsi tanto .“Guarda guarda, oggi finalmente una bella sorpresa, una novità sensazionale per me! Non più soltanto fiori, insetti di ogni genere ed ogni giorno uguale a quello dopo! La cosa si fa molto interessante!” Così pensò l’ape.

L’ondina riusciva a sentire nel cuore quei pensieri e così disse all’ape che loro, il popolo invisibile delle ondine che vivono ai margini delle cascate e degli specchi d’acqua, da tempo avevano cominciato a sentire le sue preoccupazioni e la sua inquietudine. Avrebbero voluto poter fare qualcosa per lei, ma lei non si era mai avvicinata fino a prima ed a loro non era consentito allontanarsi dai luoghi bagnati dalle acque in cui dimoravano. L’ape fu sorpresa e chiese il perché di questo divieto. Allora l’ondina cominciò a spiegarle che ai margini delle acque è il loro Regno e che proprio nel loro Regno ognuna di loro, da sempre, ha un compito che le è stato assegnato dalla Natura. Non hanno potuto sceglierlo, perché Tutto obbedisce ad un progetto misterioso, magnifico ed affascinante che forse non si riesce a capire con la propria testa, ma che fa parte di una cosa assai grande che è la Vita. Con molto amore la nostra piccola ondina invitò la piccola ape a guardarsi intorno, ma questa volta a guardare tutt’intorno non solo con gli occhi ma anche con il Cuore. La invitò anche a chiedersi come è possibile quel bellissimo miracolo per cui ogni giorno, al sorgere del sole, la natura si risveglia ed ogni sera, al calar di quello stesso sole, quella stessa Natura, abitata da un numero inimmaginabile di esseri come lei, o più grandi, oppure diversi, con le ali, con le zampe, con le pinne, con le squame, quelli che vivono sugli alberi e quelli che vivono dentro il terreno, e poi le piante, e poi i fiori, e poi gli alberi, ogni sera – diceva l’ondina – chiudono gli occhi per riposarsi del lavoro svolto durante il giorno. L’ape seguiva questo discorso molto interessata ed anche un po’ turbata perché stava cominciando a capire che non si era mai soffermata su questo tipo di pensieri e neppure a considerare cosa facessero gli altri intorno a lei, tutta concentrata com’era stata fino ad allora su di sé. E fu proprio in quell’istante che iniziò a percepire una melodia, un suono dolce che non sembrava provenire da nessun posto in particolare ma che avvolgeva tutto ciò che era intorno a lei e che la incantava. Si mise ancora di più in ascolto e, seguendo il suggerimento della sua nuova amica, con il suo cuore, non solo con le sue orecchie, per la prima volta sentì che questa incantevole melodia era il canto di tutto ciò che vive e che sta, semplicemente e magnificamente, celebrando la meraviglia della vita. Capì proprio in quel momento quanto essere parte di questo mistero grandioso è un miracolo entusiasmante e sentì dentro di sé onde e onde di amore per sé stessa, per l’ondina e per tutto ciò che esiste. Per la prima volta aveva ascoltato il suo cuore ed il cuore le aveva rivelato che ogni cosa vive e vibra; ogni cosa che vive e vibra è unita ad un’altra in una ininterrotta catena di cuori che pulsano di vita e che ognuno offre il suo contributo, ogni giorno, incessantemente, per rendere questo universo la meraviglia che è. La piccola ape provò un gran dispiacere per essere stata così distratta fino a poco prima, ma l’ondina, guardandola negli occhi con infinito amore, si disse felice di esserle stata utile, perché anche oggi, al calar del sole, sarebbe andata a dormire contenta di aver fatto la sua parte; lei, minuscola presenza in un grandioso e immenso Disegno di Vita.

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